

¡LA GUITARRA ANCESTRAL!
A corollario della sua masterclass straordinaria, il Maestro Stefano Grondona presenta, in anteprima per Eventi al Monte, il nuovo, atteso disco.
Sala dei Pegni
Programma
Stefano Grondona presenta una nuova, importante, produzione discografica, incentrata sugli strumenti del grande liutaio Antonio de Torres. 9 chitarre per un excursus che vuol forse rappresentare anche una summa del peculiare percorso interpretativo di Grondona, significativamente donato al proprio pubblico a 50 anni dal debutto concertistico (gennaio 1974). Il programma del disco è infatti ricchissimo, le registrazioni coprendo un arco temporale di più di vent’anni, dal 2000 al 2022. Per questa occasione di particolare prestigio, dialogheranno con il Maestro in Sala Pegni Dimitri Milleri, curatore delle note introduttive del disco, Davide Piva, ingegnere del suono di tutti gli ultimi dischi di Grondona, e Filippo Furlan, direttore artistico della Fondazione.
Ingresso gratuito senza prenotazione
ARTISTA
Dedizione assoluta e anticonvenzionale alla musica: questa è la cifra distintiva dell’arte di Stefano Grondona, preclara fin dai suoi esordi. Nato a Genova il 21 Luglio 1958, si è imposto giovanissimo come vincitore dei più prestigiosi concorsi internazionali (Parma, Alessandria, Gargnano, Palma de Mallorca, Città del Messico, Leed’s Castle, Monaco di Baviera), al punto che Andrés Segovia, in una intervista del 1985, lo menzionò come uno dei suoi quattro allievi più significativi. John Williams, Oscar Ghiglia ed Alirio Díaz, artisti allora già nel pieno della loro maturità artistica, erano gli altri nominati dal Maestro.
Grondona, che ha celebrato nel gennaio del 2024 il cinquantesimo anno di carriera concertistica, ha contribuito con la sua ricerca interpretativa e storica ad una innovativa visione personalissima e insieme archetipica della chitarra. Fanno parte della sua identità i suoi arrangiamenti, da Bach in primis a Froberger e Scarlatti, come le sue ventennali escursioni catalane alla riscoperta di Miguel Llobet, compositore-chitarrista profondamente innovativo e partecipe del Modernismo catalano, eppure ancora misconosciuto dagli stessi chitarristi. Grondona ha dedicato a Llobet due ambiziosi progetti: la prima opera omnia discografica, in sette CD, e l’edizione integrale delle sue composizioni, in quindici volumi. E sempre a Llobet si ispirano gli ensemble cameristici fondati da Grondona: Nova Lira Orfeo, erede del gruppo Lira Orfeo, ideato e diretto dal maestro catalano agli albori del Novecento, e il duo con la chitarrista Laura Mondiello, con cui Grondona ha riscoperto e ripercorso il repertorio che Llobet aveva dedicato al proprio duo con l’allieva María Luisa Anido. Altrettanto a Grondona si deve il riscatto della figura del chitarrista-compositore spagnolo ottocentesco Julián Arcas, tramite la sua produzione discografica La Leona, nel 2004, e la sua più recente edizione di opere scelte (2012). Le opere discografiche di Grondona costituiscono un ineludibile punto di riferimento per il pubblico e la critica, ed hanno meritato premi di notevole prestigio.
Da 35 anni titolare di cattedra presso il Conservatorio di Vicenza, Grondona ha saputo rendere la sua classe un riconosciuto centro pulsante di meditazione strumentale. I frutti di questo impegno sono maturati anche attraverso la realizzazione di importanti mostre di liuteria (1994, 1995 e 1997) e di eventi monografici (su García e Simplicio nel 2003 e su Vicente Arias nel 2005). La Chitarra di Liuteria è il titolo dell’innovativo festival di musica e liuteria della chitarra ideato da Grondona e realizzato in tre edizioni (1994, 1995, 1997) presso il Conservatorio ‘A.Pedrollo’ di Vicenza. L’evento citato è oggi unanimemente considerato di riferimento storico e ad esso è connesso il riferimento della città di Vicenza come culla della cultura dello strumento, per quelle generazioni di costruttori e di interpreti dello strumento che vi parteciparono e che ne sono stati testimoni e divulgatori.
sabato
25/05/24
16:30
Sala dei Pegni
Dopo il restauro del 2018, la piccola Sala dei Pegni, al piano terra del Palazzo del Monte, è sede di incontri culturali, conferenze, esposizioni artistiche e altro ancora.
Con una capienza massima di 48 posti, la sala polifunzionale dispone degli strumenti e delle tecnologie essenziali per accogliere le varie attività organizzate al suo interno.
E non è finita qui! Se vuoi lasciarti stupire, basta alzare lo sguardo per ammirare la straordinaria tela Allegoria della Carità di Alessandro Maganza (Vicenza, 1556-1632).
La Stagione
Il complesso storico del Palazzo del Monte, sede della Fondazione Monte di Pietà di Vicenza, si contrappone alla famosa Basilica Palladiana, affacciandosi in maniera speculare a questa sulla centrale Piazza dei Signori.
Gli eventi promossi dai due enti si svolgono all'interno degli ambienti più caratteristici dell'edificio, la Chiesa di San Vincenzo e la Sala dei Pegni. Sono a titolo gratuito, in riferimento all'originaria natura benefica dell'Istituzione.